DEL TEMPO PRESENTE- Vittoria Ravagli: Casa mia, casa tua

immagine tratta da ghali performance – casa mia casa tua (youtube)

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Stanno entrando, li sentiamo arrivare…
Sono le/gli alunni di tre classi della scuola media di Borgonuovo.
Noi, rappresentanti di gruppi e associazioni, tutte donne di varie età, nuovamente e sempre emozionate sin dall’entrare nella grande sala del centro sociale che ci ospita: li sentiamo arrivare, come un pigolare, una gioia, come la conferma di una primavera, per me anche troppo sognata.
Stiamo vivendo un momento dell’organizzazione del Premio Betti, un premio voluto dalla famiglia del Maestro Betti, una personalità importante per il nostro paese, Sasso Marconi (1), rivolto alla scuola media di Borgonuovo a lui intestata.
Questo Il tema che la famiglia Betti e noi donne avevamo definito per l’edizione  2024 rivolta a tre prime classi:
“Le relazioni. Conflitto e dialogo: una opportunità”, proponendo anche le parole  aggressività,  gentilezza, violenza, scontro.”
Le/gli insegnanti ci avevano fatto capire che il progetto con le/gli alunni lo avrebbero condiviso lavorando interdisciplinariamente, formando gruppi che rompessero la chiusura di ogni singola classe…
Come un sogno per noi, lavorare insieme ad insegnanti così…
Ed il 14 u.s. ecco le/gli alunni, alcune/i con carte e penna per prendere appunti perché noi, le donne, parleremo  loro dando spunti, raccontando, svolgendo un laboratorio con le classi riunite…
“…importantissimo far riflettere i ragazzi sulle potenzialità positive del conflitto, quando è gestito bene. Il conflitto nasce da  differenze di posizioni che possono arricchire tutti  se non se ne ha paura. Ma servono ascolto sincero,  gentilezza , rispetto e non aggressività, violenza o fuga…” Anche questo ci eravamo riproposte.

Così ciascuna di noi porta le parole, e diverse forme espressive per proporre i contenuti del tema di quest’anno. Video, racconti, fumetti, poesie, canti…
Sandra distribuisce a tutte/i le/gli alunni dei bigliettini con una frase che si prevede venga completata da loro. Avranno 10’ per rispondere brevemente e per riconsegnarli. Resteranno anonimi.
Hanno appena finito di  cantare tutti insieme e felici (e noi con loro) “Ma qual è casa mia/ma qual è casa tua/ ma qual è casa mia/dal cielo è uguale lo  giuro..”: bellissima canzone per il significato universale che vuole trasmettere ai bambini, alle bambine e a tutte/i noi.
In fondo questo laboratorio, penso, lo facciamo prima di tutto per noi stesse/i che non sappiamo quasi mai risolvere davvero i conflitti, ci chiudiamo, mettiamo le difese tutto intorno. Noi, le adulte…
Ritiriamo i bigliettini. Se ne leggono alcuni a caso. Tra di loro ci sono  risposte che fanno davvero pensare.

-“Piango quando gli altri, le altre….”

“fanno di tutto per escludermi e mentre io voglio parlare se ne vanno. O quando so che fra 5 mesi mio fratello se ne va, e non vuole  mai stare con me.”

“non mi vogliono più bene e mi lasciano da sola”

“sparlano di me e poi quando vengono da me fanno finta di niente e mi parlano”

“La mia migliore amica, il mio migliore amico mi fa arrabbiare quando…”

“mi ignora, mi giudica, mi prende in giro /anche solo per scherzare”

“quando decidono per me”

“quando la mia amica non mi ascolta, quando mi tratta male, quando non mi difende”

“Quando sono arrabbiato/arrabbiata sento…”

“Un senso di sofferenza che tende ad isolarmi in me stesso”

“Nel mio corpo mi viene voglia di chiudermi in un guscio”

“Che ho bisogno di sfogarmi con cose che mi piacciono o raccontando tutto alla mia migliore amica o familiari”

“Non riesco a reagire quando”

“mi prendono in giro, dicono cose brutte su di me mi chiudo e non riesco a reagire”

“mi prendono in giro oppure quando c’è una cosa troppo bella per poter reagire”

“non riesco a reagire quando ad esempio sono talmente arrabbiata che se pronuncio una parola scoppio a piangere”

“Mi devo difendere quando”

“qualcuno mi fa del male o mi insulta”

“delle persone sparlano di me oppure quando qualcuno comincia a picchiare senza motivo”

“Il mondo mi volta le spalle perché le persone non crescono, appassiscono nel loro guscio di false certezze e uccidono o distruggono la “felicità” cioè il sogno irraggiungibile”.-

Ciò che emerge è solitudine, incomprensione, esclusione, falsità, slealtà, auto isolamento, dolore. Ma anche ricerca di cose belle per reagire al dolore, l’affermazione che la bellezza può fare restare senza parole così come i fatti dolorosi.

Leggendo capisco che loro, proprio come noi così più grandi, hanno le nostre identiche reazioni: quando verifichiamo che anche da parte di persone che amiamo c’è falsità, slealtà, se veniamo prese in giro, offese, rifiutate, se siamo incomprese, ci ritiriamo in noi stesse e viviamo nell’isolamento il nostro dolore. Raramente ci confidiamo.

Impariamo ad aprirci, mi dico, speriamo che anche tutte/i loro, presto, sentano che lo si può fare e, come qualcuno scrive nei bigliettini, capiscano che un modo positivo ci sarebbe per reagire:  rivolgersi al bello, a quanto dà luce e speranza ed anche sognare mi dico, anche sognare. 

Non permettere che qualcuno/a distrugga “….la “felicità” cioè il sogno irraggiungibile”.

E mi dico che sono fiori che sbocciano queste bambine e bambini, già quasi ragazze/i, e la loro primavera dà vita alla mia, alla nostra, sognata per lunghi mesi.

Le brevi poesie che seguono sono le lucide foglie e le segrete radici.

Vittoria Ravagli

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harshada kolapkar

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Da “Ma dove sono le parole?” di Chandra Livia Candiani – effigie –

La poesia
è una clandestina
che gira di nascosto per il mondo.
Sei tu maestra
con lo zaino con le campane
le conchiglie e le piume
che se ti fermano i vigili
cosa diranno.

Anonimo, dieci anni – Rom

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Quello che conta è la famiglia di tutto.
Quello che conta è nel cielo nel nulla.
Quello che conta è in noi
non c’è un diverso in quello che conta.
Quello che conta nello sconfinato
quello che conta se scelgo bene è luce.
Quello che conta è la tela della vita.

Matteo, dieci anni, italiano

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L’amicizia
la senti
quando dai 
la mano

Maryna, nove anni, ucraina

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E’ come quando bambina la sera
ti  spegnevano all’improvviso  le luci
Tu barcollavi impaurita e sapevi
di dover stare ferma per vincere il buio
E che dovevi chiudere gli occhi e pensare
ai prati verdi inondati dal sole
ai cieli chiari alla luce all’amore 
di chi potrebbe  venirti a salvare
Ad una madre o come fosse una madre
a qualcuno  che ti ami davvero 
ad un possibile ritorno del sole 
al bosco e al mare che da sempre hai sognato 

Vittoria R.

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ALTRI RIFERIMENTI IN CARTESENSIBILI

https://cartesensibili.wordpress.com/2021/05/28/premio-maestro-betti-2021-vittoria-ravagli-lavorando-con-i-ragazzi/

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