ISTANTANEE- Fernanda Ferraresso: Note di lettura a proposito di “Al centro della piena” di Nicola Romano

john caple

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…prima dell’uscio verso il niente

 

Dello scrittore, poeta e giornalista, Nicola Romano, scomparso di recente, nel settembre del 2022, è stata presentata postuma una nuova raccolta di poesia in cui l’autore, la cui produzione è ricca di sguardi su un panorama vario e diversificato, misura se stesso, intimamente, senza slacciarsi però dagli eventi e dagli accadimenti che la vita sempre porta con sé.
Si tratta solo di una cinquantina di testi, prefati da Neria De Giovanni. In esergo poche righe di Alfonso Gatto porgono una chiave di attraversamento:

E crederemo di portar con noi
con le prime speranze un’altra vita:
al soffio della voce ormai lontana
come la luna morta del mattino

La libertà dei versi è totale, come una anticipazione di quanto è il rendersi conto, letteralmente rendere conto a se stessi di sé, della propria vita, dei gesti, di tutto quanto ci ha fatti così come siamo o crediamo di essere. Forse è proprio l’accidentalità della vita che ti viene addosso senza un programma prestabilito che fa da guida a questi passi, perché di passi e di impronte penso si tratti, più che di versi e costruzioni letterarie. C’è un corpo dentro che è il testamento che  la vita ci scrive, anzi ci inscrive e come una piena va salendo fino al nostro corpo centrale, il Culmine di quella piena.

A questo punto
il culmine è maturo
e si potrebbe ancora
proporre una manciata
di garruli progetti
dalle vivezze antiche
e salde convinzioni
con in tasca gli arnesi
per tutte le occorrenze
seghetto e tronchesina
vigori e bramosie
racchiuse in un fagotto
al fin di dare un senso
proprio a quel tratto
ultimo e cocente
per poi varcare l’uscio
verso il niente
.

E’ così che ci si sente? Vicini alla fine? Che senso ha ancora il tempo, quello che misuriamo in stagioni, ore, minuti? Sono solo minute di quell’ultimo scritto che la vita registra dopo i nostri tanti appunti: dei giorni, delle notti, dei compleanni e tanti altri e-venti. Soffi brevi in cui quella storia, di cui ci crediamo i registi e in cui siamo solo comparse, scompiglia le carte. Il respiro della vita è un tramestio di correnti, e solo l’anima può tenere la sua corsa in tutti anche nostri Ritorni

E nonostante tutto voleremo:
all’anima diremo corri ancora
e passa oltre
quando il giorno muore
sfaglia le scene
e stronca ogni clangore

col silenzio dei bimbi a nascondino

Dentro le rogge andremo
per seguire il rivoletto
che poi diventa fiume
e svuoteremo faggi e saliceti
pur d’apparire
un rigoglìo di vento
Andremo dove piangono i nevai
e dove l’alba indossa il suo chiarore
ma tosti torneremo alle dimore
come l’airone torna alla garzaia.

Allora, per inversione, il dono della vita, che si riversa in attimi, è il dono di questi attimi di poesia in cui qualcosa ci suggerisce, attraversando il dubbio sul senso dell’esistere, che in un presente segreto e interiore, profondamente sta quella continuità tanto inseguita e cercata e ora è l’ultima parola, quella che ci accende, spalancandoci ad un tempo intimo, in cui la parola non serve più.

POI DIRE BASTA

Arriverà il momento
di dire basta perché-hai-detto-tutto
e sconveniente è la ripetizione
in forma sgangherata
e un po’ demente
di amorazzi disciolti e paranoie
pensate nei deserti notturnali
(trasalimenti in giorni punzecchiati
da lunghe lame sulla carne viva)
T’accorgerai per tempo
d’una fonia che raschia e senza metro
d’un settenario molle
e un po’ spuntato
un verso senza sangue
e senza nerbo
che nella foga spinge
e non deflora

 

Fernanda Ferraresso

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Testi tratti da Al centro della piena di Nicola Romano

 

VITA

Non semplice è la vita:
trampolando si mostra a strati
a cocci
a chiazze
a ogni marcia impone
continui addestramenti
frequenti dispersioni
e costante è il timore
– appena l’alba –
d’imboccare giornate
in contromano

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UN ALTRO COMPLEANNO

È proprio tutta qui
lunga come uno stelo
reciso da una parte
e caduco dall’altra
davvero ha la durata
d’una corrente d’aria
che turbina e poi scema
il tempo di sprangare
porte e scuretti

Ha quella valentìa di lampo e botto
e in mezzo niente appena una parvenza
di ristoro al dondolare
lieve delle foglie
è quindi naturale
accomunarla a un soffio
a un rapido scrocchiare
d’erba secca
solo lasso di tempo
tra un salmo e il Miserère

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REVISIONI

Dopo il suo attento volgere
compunto e misurato
sarà davvero piena
e perfetta la vita
debordante di senso
conchiusa per intera…

…e come ritenerla
tutta in buona grafia
quadrata e incomparabile
mezzo fiore all’occhiello
composta ed esauriente
sino all’ultima soglia

se mai hai ammonticchiato
un pupazzo di neve
e mai sei stato a traino
d’un filo d’aquilone?

 

NOTA SULL’AUTORE

NICOLA ROMANO (1946-2022) risiedeva a Palermo, dove nacque nel 1946. Giornalista pubblicista, è stato condirettore del periodico “insiemenell’arte”, ha collaborato a quotidiani e periodici con articoli d’interesse sociale e culturale. Con opere edite e inedite é risultato vincitore di diversi concorsi nazionali di poesia, tra cui il “Rhegium Julii”, il “Città di Como”, il “Giorgio La Pira”, “Sìlarus”, “Poesia in Aspromonte”, “Anteka”, “Emilio Greco”, “Il gairdino di Babuk – Proust en Italie, LaRecherche.it 2015”, “Alda Merini – Brunate (Co) 2015”, “Città di Partanna, 2017”, “Città di Marineo, 2018”.
Alcuni suoi testi hanno trovato traduzione in esperanto e su riviste spagnole, irlandesi e romene. Nel 1984 l’Unicef ha adottato un suo testo come poesia ufficiale per una manifestazione sull’infanzia nel mondo svoltasi a Limone Piemonte. Nel 1997 ha partecipato, su invito, ad incontri di poesia in Irlanda insieme all’attrice Mariella Lo Giudice ed ai poeti Maria Attanasio e Carmelo Zaffora, con lettura di testi a Dublino, Belfast, Letterkenny e Londonderry.
Con il circuito itinerante de “La Bellezza e la Rovina” ha partecipato a letture insieme a noti poeti italiani. È presente nella rubrica ‘Fahrenheit’ di Rai Radio 3.
Ha diretto la collana di poesia dell’editrice palermitana “Spazio cultura”.
Molte le pubblicazioni di poesia: I faraglioni della mente (Ed. Vittorietti, 1983), Amori con la luna (Ed. La bottega di Hefesto, 1985) con prefazione di Bent Parodi, Tonfi (Ed. Il Vertice, 1986),,Visibilità discreta (Ed. del Leone, 1989) con prefazione di Lucio Zinna, Estremo niente (Ed. Il Messaggio, 1992) con una nota di Melo Freni, Fescennino per Palermo (Ed. Ila Palma, 1993), Questioni d’anima (Ed. Bastogi, 1995) con prefazione di Aldo Gerbino, Elogio de los labios (Ed. C.Vitale, Barcelona, 1995), Malva e Linosa, haiku, (Ed. La Centona, 1996) con prefazione di Dante Maffìa, Bagagli smarriti (Ed. Scettro del Re, 2000) con prefazione di Fabio Scotto,  Tocchi e rintocchi (Ed. Quaderni di Arenaria, 2003) con prefazione di Sebastiano Saglimbeni, Gobba a levante (Ed. Pungitopo, 2011) con prefazione di Paolo Ruffilli, tradotto a Barcelona (E) con il titolo “Luna menguante” (Ed.Emboscall, 2017), Voragini ed appigli (Ed. Pungitopo, 2016) con prefazione di Giorgio Linguaglossa, Birilli (Ed. dell’Angelo, 2016) – sei poesie con un’incisione di Girolamo Russo, D’un continuo trambusto (Passigli editori, 2018) con prefazione di Roberto Deidier, Tra un niente e una menzogna (Passigli editori, 2020) con prefazione di Elio Pecora, Bonifacio Vincenzi (a cura di) – Nicola Romano: la parola verso altri mondi (Ed. Macabor, 2022)

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Nicola Romano, Al centro della Piena– Il ramo e la foglia edizioni 2023

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