GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

alfabeti della violenza

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Riporto da Wikipedia alcune note relative al nucleo della giornata di oggi. A seguire una riflessione che mi è impossibile non fare alla luce delle troppe manifestazioni sanguinarie che in più parti si stanno praticando.

La risoluzione delle Nazioni Unite del 1999

Nella risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 viene precisato che si intende per violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”. La violenza contro le donne è ritenuta una manifestazione delle “relazioni di potere storicamente ineguali” fra i sessi, uno dei “meccanismi sociali cruciali” di dominio e discriminazione con cui le donne vengono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini per impedirne il loro avanzamento.

Richiamando quanto deliberato nella Terza e nella Quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltesi a Nairobi nel 198 e a Pechino nel 1995 con la partecipazione di rappresentanti di 140 nazioni, la risoluzione inserisce questo tema nella più ampia questione dei diritti umani, sottolineando come la violenza contro le donne sia un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace, e come si renda necessaria l’adozione di misure volte a prevenire ed eliminare tutte le forme di discriminazione, specie per le donne maggiormente vulnerabili (appartenenti a gruppi minoritari, indigeni, donne rifugiate, donne migranti, donne che vivono in comunità rurali o remote, donne indigenti, anziane, con disabilità, e donne che si trovano in situazioni di conflitto armato).

Storia

Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa) per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo.Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.

Nel 1991 il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani.

Nel 1993 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l’eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane.

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A PROPOSITO DI OGGI

L’ennesima giornata a memoria di un evento e a seguito non di un calo degli eccidi ma di un esarcebato brutale incremento di eventi efferati a carico delle donne di tutti i paesi del mondo. In questo orrendo periodo, in cui si declina la GUERRA in tutte le sue parole, alfabeti di violenza, orrori disumani, crimini a tutte le latitudini e in tutti i linguaggi di un potere sempre efferato e sempre più affamato, per questo pronto e, per accaparramento di risorse, disposto a compiere qualsiasi brutalità, a uccidere con ogni mezzo, bambini e donne, anziani e ammalati degli ospedali e ancora, innumerevoli altre situazioni di recrudescente  barbarie, mi domando come la giornata della violenza non dovrebbe ormai essere una sola perché troppi sono i soggetti che la patiscono e là dove patisce uno anche gli altri, tutti gli altri, non possono che condividere l’impossibilità a continuare a subire efferatezze di tal genere, contro ogni diritto umano, contro ogni legge, ampiamente superando i limiti di ogni crimine. E’ guerra, sempre, a  livello del singolo e di un intero paese e ne subiscono le conseguenze i civili, le donne come sempre oggetto delle più atroci nefandezze ma anche i bambini uccisi come se di nuovo si dovesse riscrivere l’ennesima strage degli innocenti. Non basta allora gridare nelle piazze serve bruciare ogni falsa legge che fino ad ora ha imbrattato i codici ma non ha agito come avrebbe dovuto. Serve riscrivere le pagine di tante religioni alla luce non di un sussurro divino che dettava ad un uomo, ma del rispetto reciproco e di una relazione paritaria pacifica e aperta alla collaborazione, non alla concorrenzialità. Serve riscrivere ogni codice che mette le gerarchie al di sopra del dialogo anche quando i pensieri divergono, dove c’è molteplicità di sguardo c’è arricchimento. E limitare, addirittura eliminare, quella onnivora fame di successo se per successo non si ritiene la capacità di agire a favore di  una logica che mette in campo le relazioni tra specie tutte e luogo abitato in una sola comunità.
Chiudere l’otturatore alla camera non consente uno scatto in avanti ma una limitatissima visualizzazione di problemi che hanno telai e filature molto più estese e sono sociali, politiche, economiche, giuridiche, educative che mai dovrebbero essere messe da parte.

Fernanda Ferraresso

 

RIFERIMENTI IN QUESTI SITO:
https://sentieridicartesensibili.wordpress.com/?s=giornata+contro+la+violenza+sulle+donne

3 Comments

  1. Grazie Fernanda. Molto bene. Ti allego un file importante direi. In particolare la 2013 Ratifica di adesione dell’Italia alla Convenzione di Istanbul. Baci vit

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