VENTITRE ANNI DI PUBBLICAZIONI di Cartesensibili…

Come già fatto in precedenza ci piace ricordare alcune proposte apparse nel sito di Cartesensibili. Eccone un paio, di una compagna di viaggio che a lungo ha collaborato e proposto idee per il sito, Anna Maria Farabbi.

ISTANTANEE- Anna Maria Farabbi: ” La complicità del plurale” di Marco Bellini

raechel romero- “ti condurrò al deserto e parlerò al tuo cuore”-  dal libro del profeta osea

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Entriamo nella soglia estrema della nostra umanità. Là dove il corpo si dissolve e, al tempo stesso, intensifica la sua sensorialità, in quell’impermanenza terribile che, con un colpo di coda, ci rende volatili. Entriamo con il canto di Marco Bellini in quella tensione del dolore al limite dello strappo, al limite dell’annichilimento per la perdita irreparabile. Entriamo con il poeta in quell’uscio tra l’insipirazione e l’espirazione. Per giunta, di una creatura amatissima, il padre.

Proprio in questa dimensione spazio/temporale, noi lettori/ascoltatori di tale canto, riceviamo il mistero, la percezione, lo svelamento, l’epifania, di un linguaggio complesso e composto che oltrepassa il registro verbale: si manifesta dopo la morte della creatura amata, in compresenza, direbbe Aldo Capitini, in un tessuto di segni e corpi che ci contaminano dettando, in modo creaturale, vivo, il defunto. Nasce un colloquio intimo, profondo, accorato e al tempo stesso colmo di pienezza segreta, tra chi rimane e chi se ne è andato. Non è solo un colloquio duale, ma corale, perché pregno di un mondo pullulante, caldo di cose e persone, gesti, suoni, che ha investito vivi e morti in questo rapporto filiale e paterno.

La complicità del plurale è il titolo chiave di questa opera: una chiave nominale che getta immediatamente apertura esistenziale, direi che sfonda addirittura l’immobilità definitiva della morte. Rovescia il destino della singolarità dell’io nel plurale.

continua qui 

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TRASMISSIONI DAL FARO- Anna Maria Farabbi: Le colombe di Damasco. Poesie da una scuola inglese

norr hassel

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Un’opera importante. Giustamente meritevole di traduzione e diffusione per il notevole impegno di Kate Clanchy, docente e poeta, e di Giorgia Sensi che, come in altre opere offre un ponte di qualità nella traduzione.
Estraggo necessariamente dalla nota introduttiva per chiarire il progetto. Si tratta di un’antologia di poesie scritte da studenti con un’età compresa tra gli undici e i diciannove anni, tutti nella piccola scuola di Oxford Spires Academy,situata nella città inglese omonima. Kate Clanchy vi ha lavorato come Writer di Residence per otto anni. I ragazzi inclusi nell’antologia vengono da famiglie di migranti e parecchi sono rifugiati. La scuola, prosegue la nota, non è selettiva per privilegiati. Già la sua collocazione periferica in Oxford, all’interno di un agglomerato industriale povero, tra un’urbanizzazione selvaggia, indica la realtà delle famiglie e dei ragazzi che vi affluiscono.
Soprattutto, la pluralità etnica e linguistica dei suoi piccoli ospiti, più di trenta lingue e cinquanta dialetti, dissolve necessariamente la solita impostazione monocentrica. I ragazzi sono indotti a vivere relazioni tra loro colmando e oltrepassando il disagio della diversità linguistica e religiosa. Traendone una ricchezza brulicante, un’apertura, in qualche modo, inevitabile e formativa. Immagino, d’altro canto, l’impegno dei docenti agito su dinamiche didattiche per nulla semplici, creative, e in continuo ripensamento comunicativo.
Molti degli autori e delle autrici inseriti nell’antologia hanno cominciato a scrivere poesie in inglese quando non avevano ancora compiutamente le parole per farlo. Nel periodo della docenza di Kate Clanchy, solo il 20% per cento degli alunni erano britannici, il resto con provenienza dal Nepal, Brasile, Tanzania, Lituania, Corea, Svezia, India, e altri paesi.
Da questa premessa, si intuisce come e quanto l’opera sia davvero preziosa, ancora prima di incontrare i testi scelti. Offre un’esperienza didattica che si impegna in un policentrismo, rompendo le impostazioni canoniche della nostra scuola istituzionale.

 continua qui  

 

 

 

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