POESIA E SCRITTI CONTRO TUTTE LE GUERRE- Postazione permanente N.1

robert capa- la casa al n.10

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LA GUERRA E LA CASA
Teresa Mariniello
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Il cielo ha un azzurro pieno. In alto lo solcano strisce chiare.
Lei non gode di questa bellezza, il cuore è rimasto chiuso nella voce della figlia.
Lontana, mentre le truppe si avvicinano.

Sistema bene il tappeto e piange appena.
Brevi frasi per i bambini, i tanti bambini. Senza cibo, senza casa. Piccolini.
E allarga poco le sue braccia forti.
Dentro non si posa niente.
Non la parola dei Grandi, non i commenti dei giornali.

Intorno navigano immagini
tagliano in diagonale l’aria,
si agita il pulviscolo
si colora poi di un rosso acceso.

Vengono da lontano le immagini,
da confini sconosciuti per me
da odore di neve e farina per lei.
E non ho parola
mentre lei chiude le finestre
sulla casa pulita.

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florian- venezia

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INVOCO GLI DEI
Kit Sutherland
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E le dissi – vuoi veramente bombardare Venezia?
Si – rispose. Non ho tempo per discutere e trattative varie. Mi serve l’Adriatico. Subito.
Ma perché? – chiesi disperata.
E’ una questione di colore – spiegò. Della mappa. Ti ricordi l’impero romano?
Stesso colore tutto intorno al Mediterraneo. Grande!

Ma – protestai, le persone, le loro case, San Marco, i campi meravigliosi…

Irrilevanti – disse.

Ma così avrai solo terra bruciata.

Non importa – rispose. Conta solo il colore della mappa.

Sei pazzo- dissi. Andrai all’inferno.
Non esiste più – rispose. Abbiamo abolito Dio. Tempo fa.

Proprio in quell’ istante, nella crosta della Terra, si aprì un abisso
e il pazzo fu inghiottito delle fiamme.
Udii una voce chiara e fresca come un fiore in primavera: Gaia!
Prossimo! – disse. C’è qualcun’altro?

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robert capa- berlino, maggio 1945

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IL GIOCO DELLA GUERRA?
Fernanda Ferraresso
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Fermi! Tanto
non farete mai centro.
La Bestia che cercate voi,
voi ci siete dentro.
Giorgio Caproni
I
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la guerra è dentro la mia testa
esecuzioni
quelle di mio padre al tornio mentre l’argilla canta
goccia per goccia
l’acqua della perdita
e le altre tutte le altre
che ho visto in una guerra mai smessa
se non per incapacità di vederla
ad un certo punto la vista non coglie più l’essenza
travasa e s’invasa
per un’ossessiva manifestazione di violenza di cui è essa stessa vittima
un tempo la guerra si faceva lontano
lontano era un luogo dove altri stavano e gli altri
non siamo noi
dentro queste case bianche
di sei stanze con doppi servizi
anche noi siamo colpiti da
quanti
in pacchetti di delirante nomenclatura di segni
in cui restiamo inzeppati di luci concupiscenti
la morte attira come la carta moschicida
in zippati cimiteri di crudeltà
ci attanaglia la fronte fino a stritolare
persino il dolore
ed è dolo e dolente avaria di una fonte primaria
sgorgata o sgozzata prima
che la vita fosse questa ostilità continua
mezzi vivi e mezzi morti
spenti concussori di stragi noi
in stage di violenza davanti ai televisori
offuscati da cellule che ovunque ci spiano
e per turbolenze d’informazione capillare sanguinano
i nostri ultimi sensori fino al silenzio
all’afasia di un gesto che spegne per un attimo la tirannia di quell’infinito
infimo spasmo verbale e si chiude
in un monoteistico microcircuito avaro
centro di ripristino di un caos lento
che fa a brandelli ogni presente
l’attimo morto rimuove l’osceno e costruisce
un passato in crociate di play station
GUERRA
LA GRANDE
GUERRA
LA GRANDE
IN(DI)VISIBILE GUERRA
la guerra visibile in tutti i giorni che seppelliamo
sotterranea frattura innescata la prima volta
non è mai stata
mai più non è stata rimossa
.
II
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qui si vive in guerra
quando il mattino si apre
una verticale di dispersi si solleva
e il piede imbestialito calpesta
ogni volta la vita di un altro
e si corre come pazzi
sono quasi dieci anni
che non trovo qualcosa di vivo
intorno c’è una miseria senza corpo
foreste e mari caverne inarrivabili
sono state distrutte da un occhio gigantesco
che cerca solo oro e a Mida non basta mai
né soffre del suo tocco mortale
è un granito continuo la sua voce si abbatte
con terrore e disumanità fruttifera
una gabbia di elettrodi dentro un cervello senza pensieri
e fango il corollario e il senso del vivere
modesto un fiato per sopravvivere a se stessi
pece olio bitume resine veleni
hanno intasato le rocce freatiche profonde
e l’acqua e l’aria in noi è sangue guasto
dispersa è la via in cui incontrarci
per lo stesso bisogno di vivere
.

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