robert capa- la casa al n.10
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LA GUERRA E LA CASA
Teresa Mariniello
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Il cielo ha un azzurro pieno. In alto lo solcano strisce chiare.
Lei non gode di questa bellezza, il cuore è rimasto chiuso nella voce della figlia.
Lontana, mentre le truppe si avvicinano.
Sistema bene il tappeto e piange appena.
Brevi frasi per i bambini, i tanti bambini. Senza cibo, senza casa. Piccolini.
E allarga poco le sue braccia forti.
Dentro non si posa niente.
Non la parola dei Grandi, non i commenti dei giornali.
Intorno navigano immagini
tagliano in diagonale l’aria,
si agita il pulviscolo
si colora poi di un rosso acceso.
Vengono da lontano le immagini,
da confini sconosciuti per me
da odore di neve e farina per lei.
E non ho parola
mentre lei chiude le finestre
sulla casa pulita.
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florian- venezia
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Kit Sutherland
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E le dissi – vuoi veramente bombardare Venezia?
Si – rispose. Non ho tempo per discutere e trattative varie. Mi serve l’Adriatico. Subito.
Ma perché? – chiesi disperata.
E’ una questione di colore – spiegò. Della mappa. Ti ricordi l’impero romano?
Stesso colore tutto intorno al Mediterraneo. Grande!
Ma – protestai, le persone, le loro case, San Marco, i campi meravigliosi…
Irrilevanti – disse.
Ma così avrai solo terra bruciata.
Non importa – rispose. Conta solo il colore della mappa.
Sei pazzo- dissi. Andrai all’inferno.
Non esiste più – rispose. Abbiamo abolito Dio. Tempo fa.
Proprio in quell’ istante, nella crosta della Terra, si aprì un abisso
e il pazzo fu inghiottito delle fiamme.
Udii una voce chiara e fresca come un fiore in primavera: Gaia!
Prossimo! – disse. C’è qualcun’altro?
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robert capa- berlino, maggio 1945
Fernanda Ferraresso
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